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Adobe Lightroom 5 rilasciato e scaricabile


Anche se ideologicamente appoggio il software opensource fu errore di gioventu di imparare bene photoshop che purtroppo gira su mac e windows e non su linux, questo alla fine dei conti il motivo per cui quando accendo il mio computer il primo sistema operativo che si avvia non è Ubuntu. Se photoshop è lo strumento che permette di giocare su una foto per sconvolgerla completamente e giocare con il fotoinserimento o altre mirabilie, lightroom è lo strumento per il fotografo professionista che sia ingaggiato per un servizio. Se non si lavora su 1 foto sola (es per la pubblicità) ma su una sessione (es un matrimonio) lightroom permette una grande efficenza (tempo/risultato). Lightroom vi permette di inserire la card sul lettore, importare le foto, e iniziare a guardarle: foto sbagliata = cestino, foto giusta = voto da 1 a 5 con il tastierino numerico. Poi filtrando le foto attraverso il parametro del voto assegnato possiamo procedere alla postproduzione. Dagli elementi base (bilanciamento del bianco, esposizione) si arriva fino ai parametri più avanzati come le correzioni applicate sulle lenti o la calibrazione della fotocamera. Si finisce con un po di fotoritocco non avanzatissimo come in photoshop ma mediamente assolutamente sufficiente rimozione […]
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Onitsuka Tiger: Japanize your life!


Come dire… io sono giapponese dentro, e quindi non ho potuto esimermi dal partecipare a questo concorso: vincere sarebbe un buon modo per tornare in Giappone 13 anni dopo il mio primo viaggio in cui da curioso pellegrino diventai abitante e Tokyo fu la mia casa per quasi un anno. Il bando recita: “Mandaci una foto che dimostri come vivi la tua “giapponesità” nella vita di tutti i giorni; potresti essere proprio tu il vincitore di un meraviglioso viaggio di 8 giorni per 2 persone in Giappone!” Per una volta io e Laura abbiamo invertito i ruoli… mentre lei scattava, io ho fatto le luci, outfit e modello. Non posso non fare una critica sulle dimensioni microscopiche delle foto che si possono caricare, delle proporzini inusuali e diverse da quelle di qualsiasi macchina fotografica del visore e della pessima compressione cui le foto vengono caricate…
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Arolino: etichette fronte retro


Arolino: etichette fronte retro, creatività e impaginazione.
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Il sensore in grafene – 1000 volte più sensibile dei sensori odierni


C’era una volta la pellicola (e altro prima ancora), sostituita poi dal digitale. L’avanzata del digitale è stata travolgente. Nel giro di 10 anni la pellicola è andata praticamente dimenticata tanti sono i vantaggi di fotografare in digitale rispetto all’analogico. Da quando il mondo del digitale si è affacciato sul mercato della fotografia sono stati fatti progressi immensi, una crescita esponenziale delle potenzialità tecnologiche sempre più accessible che procede senza sosta in tanti settori: mobilità, comunicazione, informatica. Dalle prime macchine costose con sensori da 3 milioni di pixel siamo arrivati a sensori a 20 milioni di pixel (rasentando la pellicola a piccolo formato – si stimano 27 milioni di punti su una pellicola 35mm alla sensibilità di 100 iso), con senibilità fino a 100.000 iso e HDR integrato (che crea immagini composite sfruttando l’esposizione multipla). Apparentemente siamo di nuovo di fronte ad un nuovo giro di boa, ad un nuovo cambiamento macroscopico del mondo della fotografia perchè la Nanyang Technological University (NTU) di Singapore sta studiando un nuovo materiali per i sensori fotografici: il grafene. Si tratta di un materiale sintetico composto di carbonio puro, flessibile come la gomma che conduce meglio del silicio e possiede una maggiore resistenza al […]
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Henri Cartier-Bresson


Henri Cartier-Bresson nato a Chanteloup-en-Brie (Francia) nel 1908 morto a L’Isle-sur-la-Sorgue (Francia) nel 2004 è considerato un pioniere del foto-giornalismo, tanto da meritare l’appellativo di “occhio del secolo”. Teorico dell’istante decisivo in fotografia, ha anche contribuito a portare la fotografia di stampo surrealista (ispirata a Eugène Atget) ad un pubblico più ampio. Dopo gli studi giovanili, Henri fu presto attratto dalla pittura, e cominciò i suoi studi con Jaques-Emile Blanche e André Lhote, che lo inizieranno all’ambiente dei surrealisti francesi. Henri è inizialmente disinteressato alla fotografia. Solamente nel 1931, si accende in lui l’interesse alla ricerca di immortalare la realtà. Cartier-Bresson racconta come una fotografia di Martin Munkacsi lo convinse «è stata quella foto a dar fuoco alle polveri, a farmi venir voglia di guardare la realtà attraverso l’obiettivo». Fu così che nel 1932 comprò la sua prima macchina fotografica, una Leica 35 mm con lente 50 mm che l’accompagnerà per molti anni. Nel 1931 lavora nel cinema come assistente del regista Jean Renoir. Intanto, nel 1934, conosce David Szymin, un fotografo e intellettuale polacco, che più tardi cambierà nome in David Seymour (1911–1956). Diventano subito ottimi amici, hanno molto in comune culturalmente. Sarà Szymin a presentare al giovane Bresson […]
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Guy Louis Bourdin


Guy Louis Banarès nacque nel 1928 a Parigi, fu abbandonato da sua madre l’anno seguente e adottato da Maurice Désiré Bourdin. Imparò i primi rudimenti della fotografia durante il servizio militare a Dakar (tra il 1948 e il 1949). Nel 1950 tornò a Parigi, dove conobbe Man Ray, e ne divenne il protégé. I suoi primi servizi di moda furono pubblicati sul numero di febbraio 1955 di Vogue Paris, per cui continuò a lavorare sino al 1987. Bourdin sposò Solange Marie Louise Gèze nel 1961, nel 1971 sua moglie morì suicida in Normandia. Guy Bourdin Era un uomo basso dalla voce lagnosa, ed aveva una reputazione di essere incredibilmente esigente. Dopo essere stato abbandonato il suo rapporto con il genere femminile non fu mai rinsaldato: sua moglie e due sue amiche si erano suicidate e lui stesso trattava le proprie modelle con grande crudeltà. nel 1967 un editore della rivista Vogue presentò Bourdin allo stilista di calzature Charles Jourdan, che diventò il suo benefattore, e per il quale Bourdin realizzò tutte le campagne pubblicitarie fino al 1981. Le sue composizioni antropomorfe, stravaganti e complesse, creavano annualmente grande attesa da parte dei media. Bourdin fu il primo fotografo a creare una […]
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Irving Penn


Irving Penn nacque a Plainfield il 16 giugno 1917, morì a New York il 7 ottobre 2009, frequentò le scuole pubbliche, e compiuti diciotto anni, si iscrisse al corso di disegno pubblicitario della durata di quattro anni tenuto da Alexey Brodovitch, capo redattore di Harper’s Bazar. Nel 1938 inizò a lavorare come art director allo Junior League Magazine, a venticinque anni lasciò il lavoro e partì per il Messico dove si dedicò alla pittura. Dopo un anno si convinse che non sarebbe mai diventato un grande artista e, tornato a New York, nel 1943 divenne assistente di Alexander Liberman, art director della rivista Vogue. Nel 1948 realizzò alcuni servizi per la rivista in Perù, mentre le diverse campagne fotografiche legate al mondo della moda realizzate nel corso degli anni cinquanta gli conferirono la prima fama internazionale. Nel 1967 creò un piccolo studio fotografico da viaggio, con il quale era in grado di fotografare sullo stesso scenario in ogni parte del mondo e in ogni condizione: nacque cosi la famosa serie di “Worlds in a small room” nella quale si alternavano ritratti di personaggi celebri e fotografie di gruppo dove l’etnografia si mescolava alla moda. Mentre proseguiva la sua attività di […]
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Helmut Newton


Helmut Newton è lo pseudonimo di Helmut Neustädter nato a Berlino il 31 ottobre 1920, morto a Los Angeles il 23 gennaio 2004. E’ stato un fotografo tedesco di moda, famoso particolarmente per i suoi studi di nudo femminile. Figlio di genitori ebrei cresce nella borghesia berlinese degli anni venti-trenta, frequenta la Scuola Americana a Berlino. Interessato alla fotografia fin da piccolo inizia a lavorare nell’ambito con con la fotografa tedesca Else Simon, conosciuta come Yva. Lascia la Germania nel 1938 (a seguito delle leggi razziali) rifugiandosi a Singapore e lavorando come fotografo per il Straits Times. Prende servizio nell’esercito australiano durante la seconda guerra mondiale, dal 1940 al 1945. Il 13 maggio 1948 sposa l’attrice australiana June Browne anche lei fotografa. Dopo la guerra lavora come fotografo free lance producendo scatti di moda e lavorando con riviste come Playboy. Dalla fine degli anni cinquanta in poi si concentra sulla fotografia di moda. Si stabilisce a Parigi nel 1961 e continua la sua carriera come fotografo di moda. I suoi scatti appaiono su varie riviste tra cui: Vogue, L’Uomo Vogue, Harper’s Bazaar, Elle , GQ, Vanity Fair, Max e Marie Claire. Il suo stile è caratterizzato da una forma di […]
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Richard Avedon


Richard Avedon nasce a New York da una famiglia russa di origini ebree il 15 maggio 1923 e morì nel 2004. Famoso soprattutto per i suoi ritratti, Avedon è un fotografo del Novecento ma il suo lavoro ha radici nello stile ottocentesco, mescolato al “divismo” del cinema statunitense degli anni Trenta. Inizia a fotografare da giovane e durante la seconda guerra mondiale. Entra in marina e scatta foto di identità dei membri dell’equipaggio con una Rolleiflex biottica regalata dal padre ed inizia ad elaborare uno stile dinamico. Nel 1945, finita la guerra, finito il servizio presso la marina apre il proprio studio e inizia a lavorare come freelance per numerose riviste. Grazie all’incontro con Alexey Brodovitch, direttore artistico della famosa rivista di moda Harper’s Bazaar (di cui poi Avedon nel 1961 sarà direttore artistico), Avedon collaborò a lungo con Vogue e LIFE. Avedon sviluppa un approccio alla fotografia di moda assolutamente originale: le modelle sono colte in tutte le loro espressioni, ridono e spesso posano in movimento. Avedon ritrae i suoi soggetti e le tendenze di stile nei nightclub, per le strade o al circo, e in altri ambienti all’epoca. Avedon cerca di suggerire la personalità ed evocare la vita dei peronaggi ritratti; […]
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