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Canon 70D e l’introduzione del dual pixel CMOS AF per video DSLR

Sul mercato Canon ha da breve introdotto la nuova ed attesa EOS 70D, fotocamera APS-C di fascia semiprofessionale. Questo corpo sostituisce la 60D, posizionandosi tra la 700D e la 7D. La 700D è un’ entry-level piuttosto recente, con poche differenze rispetto a 650D / 600D. La 7D è più anziana con i suoi 4 anni di età ed è l’unica DSLR di casa Canon con un sensore APS-C: ancora oggi apprezzata tra amatori e professionisti, sia nel campo foto che video. Ecco alcune novità rispetto la 60D: corpo tropicalizzato, modulo AF più performante, micro aggiustamenti AF, maggiore estensione ISO, raffica più veloce, menu intuitivo su touch screen ed il rivoluzionario sensore con Dual Pixel CMOS AF: la vera grande novità con cui Canon effettua un passo importante nel mondo della fotografia.

Sulle reflex (anche più recenti) fino ad ora la la messa a fuoco sullo schermo è molto lenta ed è almeno fastidioso che uno smartphone possa mettere a fuoco più velocemente sullo schermo rispetto ad una reflex anche professionale.

La ragione sta nel fatto che nelle reflex lo specchio devia la luce verso il mirino ed il modulo AF per rilevamento di fase che direziona la rotazione dell’obiettivo alla ricerca del fuoco in una frazione di secondo. Il rilevamento della fase consiste nel dividere la luce in ingresso in due immagini e nel compararle. Questo sistema viene utilizzato nelle macchine reflex sia a pellicola che nelle digitali. Ma con lo specchio tirato su (per il live view o per la registrazione video) la luce viene dirottata prima di raggiungere il sensore, il quale non ci può mostrare ciò che stiamo inquadrando nel display (che infatti rimane oscurato).

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Sony ha ripescato lo specchio semitrasparente della Canon Pellix, SLR a pellicola degli anni ’60. Con questa tecnologia le fotocamere Sony Alpha sono diventate SLT (Single-Lens Translucent) e grazie allo specchio translucido possono attivare il modulo AF per rilevamento di fase con una piccola porzione di luce (circa 1/3 di stop) e mantenere la restante parte sul sensore per far funzionare il Live View. L’esperimento è riuscito ma non ha preso piede presso i produttori e  Sony è rimasta unica rappresentante di questa tecnologia.

Senza lo specchio invece (nel caso delle macchine mirrorless appunto) si adopera la messa a fuoco per ricerca di contrasto, un metodo comune alle compatte ed agli smartphone. Oggi vi sono mirrorless molto veloci:  la fotocamera riceve tutta la luce dell’obiettivo sul sensore ed analizza l’immagine generata cambiando la distanza di messa a fuoco, finché l’area di riferimento (selezionabile dall’utente) non appare nitida. Con processori d’immagine sempre più rapidi ed algoritmi migliorati, questo sistema ci offre oggi risultati validissimi per il consumatore medio ma continua ad essere inadatto ad usi professionali e comunque in alcune occasioni, come ad esempio con un soggetto mobile.

Uno dei limiti più importanti risiede nell’impossibilità di prevedere il verso da prendere per mettere a fuoco un oggetto, la macchina quindi si trova a spostare l’obiettivo nella direzione errata, un fuori fuoco imperdonabile nell’inseguimento fotografico ed assolutamente antiestetico nel video.
Da qui l’idea di alcuni produttori di sostituire dei pixel del sensore con ricettori utilizzabili anche per l’AF di fase, ma i risultati sono stati disastrosi in prima battuta e solo recentemente migliorati fino a risultare usabili. In tutti i casi la sostituzione di un pixel destinato all’immagine con uno per l’AF implica dei limiti intrinseci: pochi pixel = scarsa copertura ed efficienza, tanti pixel = perdita di qualità nell’immagine fotografica.

In questo passaggio risiede l’importanza della soluzione ideata da Canon con il Dual Pixel CMOS AF. Ogni pixel di questo nuovo sensore è diviso in due: questo significa che per ottenere i circa 20MP dell’immagine finale sono occorsi oltre 40 milioni di minuscoli fotodiodi.

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Entrambe le metà del singolo pixel sono adoperate per la messa a fuoco di fase durante la composizione e per la cattura dell’immagine al momento dello scatto. Questo significa che, si ha un AF in Live View altrettanto performante di quello che siamo abituati ad avere guardando nel mirino delle reflex, con ampia copertura e senza perdita di luce.

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Tutti i pixel effettivi sulla superficie del sensore immagine CMOS sono costituiti da due fotodiodi distinti con cui viene effettuata una lettura separata per la messa a fuoco automatica con il metodo del rilevamento di fase e quindi congiunta per l’elaborazione delle immagini. Dual Pixel CMOS AF è utilizzabile su oltre l’80% (in orizzontale e verticale) dell’area Live View e consente un’elevata precisione senza compromettere la qualità dell’immagine.

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Al giorno d’oggi una mirrorless può essere una buona scelta per per macro, paesaggio, ritratto, ma non è certo l’opzione migliore per sport o caccia fotografica. Con questa innovazione Canon ha fatto un passo enorme verso il futuro mirrorless: è solo questione di tempo: non mi stupirei se tra due o tre anni arriveremo ad avere delle mirrorless in grado di sostituire del tutto le reflex, anche in ambito sportivo.

Anche se  personalmente (in quanto fotografo nato con l’analogica) per me il mirino ottico è imprescindibile, la direzione del mercato è proprio nel mondo mirrorless che permette costi più contenuti e  macchine più leggere e  portatili.

Un AF capace di lavorare in contemporanea con la registrazione dell’immagine ha teoricamente la possibilità di dare una precisione e un’affidabilità superiore al tradizionale AF phase detection. La tecnologia attualmente presente sulla 70D non è ancora arrivata a questo punto, però è già più veloce rispetto agli altri tipi di AF usati in live view rispetto alla 7D o anche alla 1DX in live view è un altro mondo.

Una mirrorless, è molto più semplice da costruire (non servono più specchio, mirino reflex, otturatore); permette di raggiungere velocità raffica impensabili con una reflex (non c’è più tutto il meccanismo dello specchio) e con questa nuova tecnologia probabilmente arriverà ad avere anche un AF migliore (questo tra qualche anno).

In sostanza: penso che la 70D, pur essendo reflex, farà da apripista a una nuova generazione di mirrorless, molto più funzionali di quelle attuali, che gradualmente sostituiranno le reflex (almeno nel mercato amatoriale).

Questa tecnologia è rivoluzionaria anche per il mondo del video DSLR: unita ad uno schermo touch screen è possibile effettuare cambi di fuoco con una velocità e precisione prima assolutamente impensabili! La gestione rapida e semplice del fuoco può essere uno dei maggiori contro nel girare un video con DSLR. Guardando il video promozionale di casa Canon si notano dei cambi di fuoco precisi e veloci (se realmente realizzati in automatico dalla fotocamera).

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